“Discorso chiuso”: lo spazio cultura Biagio Poidimani non nascerà in piazza Garibaldi
Il “caso museo” ha lasciato discutere negli ultimi giorni sia il mondo politico che il mondo della cultura di Rosolini. E il Commissario Cocco ha assistito, attento, al susseguirsi di interventi stampa ai quali oggi replica con fermezza. Solo poco fa si è conclusa una conferenza stampa (nella foto i presenti al tavolo) da lui indetta proprio per fare il punto sulla questione e chiarire la sua posizione – e quella dell’intero organigramma dei dipendenti- sulla scelta di portare gli uffici dei Servizi Demografici proprio nei locali che dovevano essere adibiti alla realizzazione dello spazio cultura a Biagio Poidimani.
La sua prima dichiarazione è stata chiara: “Non ha scelto solo il Commissario, la scelta è stata condivisa con tutto lo staff e i dipendenti e quindi da tutta l’amministrazione”.
Il Commissario chiarisce che si è solo “limitato a dare il La, ma la musica è partita da sola. La scelta è stata unanime– ha continuato-, e l’idea che l’ex amministrazione aveva imposto, quella di realizzare un museo nei locali di fronte a Piazza Garibaldi, era appunto solo un’imposizione, non condivisa da nessuno degli uffici. Abbiamo coinvolto l’intero staff e la scelta è stata compartecipata, diversamente da quanto aveva invece fatto la precedente amministrazione che, ricordo, è stata sfiduciata, sintomo che le sue progettualità non erano affatto condivise.
Durante la mia presenza a Rosolini ho più volte visitato tutti i locali ed è inaccettabile vedere donne incinte sulle scale o in piedi davanti al portone, uffici ingolfati e assenza di funzionalità per operatori e utenti.
Io non ho imposto niente – ha continuato- e ho chiesto allo staff quali potevano essere le progettualità che la città attendeva e delle quali necessitava. Da questo confronto, grazie all’impegno dei dipendenti di cui sono circondato, abbiamo individuato tutti i progetti da inserire nel finanziamento di 5 milioni di euro richiesto dagli uffici. Sono le 7 progettualità inerenti la rigenerazione urbana che possono essere interessanti per la città e due di queste sono state dedicate, con grande senso civico, ad aspetti culturali di spessore per la realizzazione di un museo nell’ex Chiesa Santa Caterina e per quello di Via Aprile, in atto in gestione all’Archeoclub. Questo vuole significare che, nonostante le dichiarazioni alle quali si è dato spazio nelle testate, non abbiamo dato alcuno schiaffo alla cultura, questa considerazione è assolutamente smentita dai fatti. Potevamo scegliere altri progetti, ma abbiamo voluto scegliere progetti che ha un grande valore culturale”.
Il Commissario Cocco ha informato inoltre di aver eseguito, di concerto con i Responsabili dei Settori, una serie di sopralluoghi nei locali di Piazza Garibaldi: “E proprio l’ultimo ci ha fatto convincere ancora di più della correttezza della nostra decisione. La necessità di rendere funzionali gli uffici è alta, e quello spazio non è adatto ad un museo. Dopo l’ultimo sopralluogo informiamo che non retrocederemo di un millimetro su una scelta che ci pare funzionale e in totale buona fede. Chi non comprende la necessità di trovare locali idonei per i Servizi Demografici, quello a più contatto con il pubblico, è totalmente disconnesso dalla quotidianità”.
A dare man forte alla scelta di Commissario e uffici anche il sopralluogo negli ex locali della Chiesa S. Caterina con i Responsabili dei Lavori Pubblici e Urbanistica, l’ingegnere Corrado Mingo e il geometra Giuseppe Santacroce, accompagnati dall’Architetto Carmelo Micieli. “L’architetto si è tirato indietro – hanno detto-, da come abbiamo appreso tramite stampa. Ma vorremmo rappresentarvi che era entusiasta nell’immaginare la progettualità di un museo permanente nei locali dell’ex Chiesa Santa Caterina proprio per la bellezza storica degli spazi. La struttura è stata definita ideale per un centro museale”.
Il dado è tratto, insomma e “il discorso è chiuso” – afferma il Commissario. Il museo Biagio Poidimani non nascerà in Piazza Garibaldi.