Coronavirus, l’infermiere Salvatore Rotondo: “Noi in trincea. Voi state a casa”

Coronavirus, l’infermiere Salvatore Rotondo: “Noi in trincea. Voi state a casa”

Sono ore drammatiche, di confusione, sacrificio e preoccupazione, ma sono tanti gli italiani e i rosolinesi che, spinti da un grande spirito di collaborazione, obbedienza, solidarietà e richiamo al buon senso civico e alla responsabilità sociale, stanno divulgando messaggi di sensibilizzazione. Ultime tra questi, le parole dell’infermiere rosolinese che, oramai trasferito a Lodi, ricoverò in terapia intensiva il Paziente 1 di Codogno. Riportiamo il suo pensiero e l’invito a restare a casa per preservarci e prevenire ogni rischio di contagio.

Dopo l’ennesimo bollettino di guerra, perché ormai sembra di stare in guerra, non avendo più pace, non riesco a tacere. Perché io, da infermiere di Terapia Intensiva, sto facendo il mio: lavoro bardato come un palombaro.
Si accettano cambi turni all’ultimo minuto con colleghi e notti da 12 ore per darsi tutti una mano. Mi sembra che la Sanità stia veramente facendo i salti mortali per non crollare.

E a voi cosa viene chiesto?

Non vi viene chiesto di stare a contatto con pazienti infetti, di fare doppi turni, straordinari, saltare i riposi, lavorare scafandrati. Dovete solo stare a casa vostra.
E invece? Invece continuo a sentire di gente che se ne va in giro come se niente fosse, che produce nuovi casi di infetti, che destabilizza ulteriormente ciò che è già al limite.
Perché? Pensate sempre che il problema sia di qualcun altro, che voi siete sterili, immuni da tutto, che gli infetti sono gli altri.

E allora mi chiedo: quando toccherà a voi (spero mai), perché se andiamo avanti così toccherà a tutti, che cosa avrete da dire a vostra discolpa? Ascoltateci per una volta, per favore, lo stiamo facendo per voi. State MALEDETTAMENTE A CASA VOSTRA.

Un saluto dalla trincea“.

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