Coronavirus – Consiglio in streaming ma l’opposizione scalpita: “Tornare in aula”, il Presidente: “Non concesso, è a rischio la salute”
Tra i motivi del diniego del Presidente, lo stato del Segretario Generale, in ottima salute ma in attesa dell’esito del tampone dall’Asp Enna. Per lui non consentite assemblee pubbliche.
Sono ben 11 i consiglieri comunali che a “presenziare” le sedute di Consiglio in streaming, tramite apposta piattaforma online, non ci stanno. Lo hanno espresso con una nota di oggi indirizzata al Presidente del Consiglio Comunale, Piergiorgio Gerratana, in cui, senza troppe motivazioni, chiedono – testualmente- “la convocazione del consiglio comunale nella sede del comune di Rosolini, con le disposizioni di sicurezza previste per legge”.
Seppur i consiglieri richiedano l’uso dei dispositivi individuali, sono diverse le motivazioni che hanno portato il Presidente del Consiglio a negare questa richiesta, negazione legittimata in primis dalla deliberazione del Consiglio dei Ministri, del 31 gennaio 2020, dello stato di emergenza su tutto il territorio nazionale per un periodo di sei mesi (fino al 30 luglio 2020).
“E – scrive il Presidente Gerratana – fintanto che perdurerà lo stato di emergenza e permarranno le attuali restrizioni imposte dal Governo Regionale e Nazionale l’eventualità di celebrare una seduta di Consiglio presso l’aula consiliare costituisce un serio pericolo per la salute dei consiglieri comunali, dei funzionari partecipanti nonché del Segretario Generale che alla data odierna è ancora in attesa di ricevere il risultato del tampone effettuato e pertanto sarebbe impossibilitato a presenziare”.
Il Segretario Generale infatti, residente in Provincia di Enna, è ancora in attesa di ricevere l’esito del tampone. Ben 25 giorni dopo averlo effettuato, ancora nessun esito così come per altri 300 tamponi effettuati a marzo all’Asp Enna che sono tutti in attesa di esito. Per questo motivo il Segretario non è autorizzato a prendere parte ad assemblee pubbliche fino all’esito ufficiale.
Tra gli altri motivi del diniego redatti nella nota del Presidente Gerratana viene riportato il Decreto Legge n. 18/2020 che prevede che i consigli dei comuni, delle province e delle città metropolitane e le giunte comunali, che non abbiano regolamentato modalità di svolgimento delle sedute in videoconferenza, possono riunirsi secondo tali modalità, nel rispetto di criteri di trasparenza e tracciabilità previamente fissati dal Presidente del consiglio, ove previsto, o dal Sindaco, purché siano individuati sistemi che consentano di identificare con certezza i partecipanti, sia assicurata la regolarità dello svolgimento delle sedute e venga garantita adeguata pubblicità delle sedute.
Negato quindi lo svolgimento in aula e confermato quello via streaming, per cui l’amministrazione ha acquistato (per 1200 euro) un software per la gestione in videoconferenza delle sedute, con la garanzia ulteriore che queste vengano regolarmente trasmesse in diretta sul sito istituzionale e saranno come sempre visibili a tutti.
“Non si può pretendere che ciascuno dei partecipanti alla seduta a vario titolo metta a rischio la propria salute – scrive ancora il Presidente. “Fintanto che perdurerà lo stato di emergenza il Consiglio sarà celebrato esclusivamente in modalità telematica”.