Coronavirus – Con “sacrificio e rinunce” permettono al Paese di non fermarsi: il lavoro prezioso degli autotrasportatori
In trincea come medici e infermieri, preziosi come le Forze dell’ordine, indispensabili come quanti, in questa situazione emergenziale, si trovano in prima linea per fronteggiare l’ardua guerra al nemico invisibile, non solo sotto l’aspetto sanitario, ma anche sotto quello economico, sociale e produttivo, settori essenziali per il sostentamento della vita dell’intera nazione.
In questo contesto, vi è una rete di lavoratori che garantisce quel servizio di approvvigionamento indispensabile, che vogliamo “volutamente” menzionare, proprio perché il loro apporto è necessario oltre che vitale: gli Autotrasportatori che, fin dal primo momento di questa drammatica situazione, hanno continuato a lavorare anche con l’emergenza Coronavirus per garantire il transito delle merci. L’autotrasporto è un servizio pubblico essenziale, non solo per garantire i cicli produttivi ma anche per gli alimentari ed i generi di prima necessità come i farmaci ed ogni altro genere sanitario, importantissimo alla stregua di chi opera per salvare la vita delle persone che vivono in questo Paese.
Vogliamo dar loro voce e visibilità proprio per far prendere a tutti consapevolezza dell’enorme sforzo cui sono sottoposti gli autisti e dell’insostituibile contributo che stanno fornendo per assicurare a tutti noi i rifornimenti dei beni di cui abbiamo bisogno, nel mezzo di questa bufera.
Proprio così, una vera e propria bufera quella che sono costretti a vivere le aziende di trasporti, che comunque non si sono mai fermate, ma nel frattempo hanno iniziato a registrare un importante calo in tutta la filiera. A causa della chiusura della gran parte degli stabilimenti, in Italia ed Europa, non rientranti nel ramo dei beni essenziali, i tir sono costretti a tornare sempre vuoti, con pesanti perdite per le aziende di autotrasporto.
Senza andare troppo lontano, a testimoniarlo è un’azienda locale di “Trasporti e Logistica”, la “Gali Group” di Angelo Galifi, per cui lavorano anche diversi rosolinesi. Abbiamo contattato il titolare che, con molta umiltà, presa di coscienza e passione per il proprio lavoro, ma anche tantissimo senso di responsabilità, ci ha raccontato come, in questa emergenza, ancora più del solito, il settore trasporti sia messo a dura prova, assolvendo il proprio ruolo tra mille difficoltà determinate da chiusure e limitazioni.
“Ogni giorno gli scaffali dei nostri supermercati e delle nostre farmacie – ha ricordato Galifi -, si riempiono grazie al lavoro degli autotrasportatori, mariti e padri che stanno fuori di casa per 5/6 giorni. In azienda ho 250 lavoratori, di cui 150 autisti che nonostante le difficoltà e i rischi di contagio, non hanno mai smesso di viaggiare, garantendoci l’approvvigionamento di tutti i beni di prima necessità di cui non possiamo fare a meno, a costo scegliere di non tornare in famiglia pur di non esporre al pericolo del contagio i propri cari”.
Parliamo di persone che sono in strada H24 e che oggi sono costrette a lavorare purtroppo senza vedere spesso garantita dallo Stato né sicurezza, né dignità (pensiamo, ad esempio, alla scelta di chiudere le aree di servizio autostradali dopo le 18, che per gli autotrasportatori rappresentano luoghi indispensabili per riposare, mangiare e per utilizzare i servizi igienici).
E nonostante questi impedimenti, a rappresentare i camionisti in generale, e nello specifico i dipendenti della “Gali Group”, è uno spiccato senso del dovere, e di responsabilità per un’azienda professionale che opera su tutto il territorio nazionale ed europeo. Dalla Sicilia principalmente per il trasporto agroalimentare, soprattutto di frutta e verdura, e dal nord, al rientro, per il trasporto di beni farmaceutici o altre tipologie di merci, alcune di esse in questo periodo bloccate perché non di prima necessità.
“Questa categoria di lavoratori, più di altre – ha precisato il titolare – è stata penalizzata dalle misure di contenimento e dalla riduzione del volume d’affari dovuta al crollo delle esportazioni e delle lavorazioni industriali. Oggi su 200 tir di merci che mi partono dalla Sicilia, un centinaio continua a viaggiare effettuando i percorsi di ritorno completamente vuoti, quindi con una consistenza perdita di fatturato che ci spinge ad affrontare il problema chiedendo un contributo ai committenti che a sua volta andrà a pesare sui loro bilanci, anch’essi pesantemente penalizzati dalla crisi del momento”.
Interi comparti quindi sofferenti, da quello trasporti a quello agroalimentare, sui quali a livello economico “c’è da mettersi davvero le mani ai capelli – commenta Galifi -. C’è veramente bisogno di un sostegno immediato per tutta la filiera da parte dello Stato per uscirne tutti indenni. Certo è che i lavoratori devono essere messi in condizione di poter svolgere il proprio lavoro con strumenti consoni all’emergenza in atto, sia a livello logistico che economico e di sicurezza. Occorre maggiore sensibilità per la categoria in generale”. Una categoria necessaria, che di certo non si sta sottraendo ai propri doveri, continuando ad assolverli con molta serietà e dignità.
E ringraziarli per ciò che ogni giorno ci garantiscono, è doveroso: profonda gratitudine quindi per tutti gli operatori coraggiosi della filiera del trasporto, in particolare per i nostri conterranei della “Gali Group”, “tutti gli autisti, ma anche gli addetti logistici – tiene a precisare il datore -, che anche se da dietro una scrivania o un telefono seguono gli spostamenti degli autisti, cercando di accorciare quanto più possibile la loro permanenza lontano da casa”. Tutto lo staff aziendale quindi che, a vario titolo, in queste difficili giornate, all’interno delle loro cabine, e con il loro lavoro, permettono al paese di non fermarsi.
“Cerchiamo di dare il giusto valore alle cose – ha concluso Galifi – e a parte questo, poniamo un’attenzione anche al comparto agricolo in Sicilia che dipende dal trasporto. Con tutte queste problematiche l’economia locale sta sul filo di un rasoio. Dobbiamo stare attenti a gestire tutti i problemi. Se cade un tassello, tutti gli altri lo faranno a seguire”.
E i soli ringraziamenti quindi non bastano. Occorrono provvedimenti statali seri, affinché le merci continuino a circolare, e soprattutto affinché la categoria già stremata dall’emergenza epidemiologica in corso, non subisca un colpo che potrebbe essere letale.