Come raggiungere i buoni propositi per il 2019?
Ogni inizio nuovo anno diventa occasione per dirci cosa vorremmo cambiare, cosa vorremo ottenere, cosa ci piacerebbe accadesse durante l’anno appena arrivato. Frequenti sono le frasi come “durante l’anno nuovo mi metto a dieta”, “con il nuovo anno voglio iniziare a fare/incrementare attività fisica”, “vorrei tanto trovare un altro lavoro, più adatto a me e alle mie esigenze”, “desidererei concludere gli studi”, “mi piacerebbe firmare il mio primo contratto di lavoro”, “ah l’amore, sarebbe ora che si palesasse nella mia vita, l’amore vero”.
Propositi che a metà anno sono affievoliti e a fine anno non ce li ricordiamo più.
Cosa è successo nel frattempo? Era un’utopia? Avevamo puntato troppo in alto?
No!
Non ci si è domandati “COME?”.
L’ingresso del 2019 può rappresentare un momento per porsi nuovi obiettivi, il resto, ovvero il muoversi verso di essi, è fatto di impegno e metodo. Quello che sto per proporre si chiama Metodo Dialogico, afferente alla Scienza Dialogica[1], cioè un metodo scientifico utilizzato per la costruzione di progetti e piani d’azione/d’intervento. Le sei fasi individuate dal Metodo Dialogico costituiscono le sei strategie per la costruzione e il raggiungimento dei buoni propositi 2019.
1) Scegliere degli OBIETTIVI. Non si tratta di delineare delle semplici “cose da fare”. Non si tratta di dire nello specifico il risultato che si vuole ottenere. Con obiettivo si definisce uno scopo astratto, da cui partono una serie di processi organizzativi, che non è realizzato e che è concretizzabile in termini di risultato solo dopo l’attuazione di quanto predisposto. Per esemplificare, “ trovare un lavoro” non è un obiettivo, è un risultato. “Promuovere me stesso come professionista che ha un valore aggiunto, costruendo un mio profilo professionale” è un obiettivo, in quanto astratto e generatore di processi organizzativi.
2) Individuare degli INDICATORI per ogni obiettivo. Con indicatori si definiscono tutti quegli elementi numerici o testuali che scegliamo per indicarci se ci stiamo avvicinando all’obiettivo e se l’abbiamo raggiunto. Costituiscono dei punti fondamentali da tenere sotto traccia per monitorare quello che stiamo facendo e come lo stiamo facendo, in virtù dell’obiettivo scelto. Continuando l’esempio sopra utilizzato, un indicatore potrebbe essere il numero di chiamate ricevute da parte di chi si è lasciato il curriculum vitae.
3) Anticipare le CRITICITÀ. Questo passaggio consente di non lasciare “nulla al caso”.
Se si verificasse qualcosa che può ostacolare il perseguimento degli obiettivi, cosa possiamo fare? Pensare prima a che cosa potrebbe andare storto e come si potrebbe evitare e/o gestire, consente di non trovarci impreparati e lasciarsi demoralizzare dai sassi che possiamo incontrare lungo la via. Allo stesso tempo, l’anticipazione delle criticità ci permette di essere già pronti e con gli strumenti adatti a superarle quando queste (se) si presenteranno.
4) PIANIFICARE le azioni da fare durante l’anno per raggiungere l’obiettivo. Una volta definiti gli obiettivi, individuato gli indicatori e anticipato le criticità si passa alla fase di pianificazione, ovvero di definizioni del come raggiungo gli obiettivi (Linee Strategiche) e del cosa faccio (Azioni). Nella sezione Linee Strategiche si descrivono le modalità con cui si vuole raggiungere l’obiettivo, quali strade scegliamo di percorrere per arrivare alla meta. Nella sezione Azioni descriviamo cosa facciamo concretamente, coerentemente alle modalità scelte. Per esemplificare, riprendendo l’obiettivo posto sopra (“Promuovere me stesso come professionista che ha un valore aggiunto, costruendo un mio profilo professionale”) una Linea Strategica potrebbe essere “costruire un profilo professionale sui social”, un’altra ancora “analizzare le esigenze di mercato”. Ad ognuna di esse faranno capo una serie di Azioni come, ad esempio, “chiedere informazioni ad un esperto di siti web”, “domandarsi qual è esigenza in questo momento di questo settore lavorativo”.
5) MONITORARE il processo. Utilizzando gli indicatori, osservare quanto ci stiamo avvicinando alla meta. Se qualcosa dovesse risultare non come prevista, vi è sempre l’obiettivo astratto a fungere da faro e ad illuminare il percorso verso altre Linee Strategiche e strade da percorrere.
6) Valutare l’EFFICACIA a fine anno. E’ il momento di tirare le somme e di valutarsi, rispondendo alle domande: Gli obiettivi sono stati perseguiti? In quanto tempo? Con quali risorse? Come sono state gestite le criticità?
[1] La Scienza Dialogica (dal greco διαλογικός, der. di διά “attraverso” λόγος “discorso”) è la scienza che analizza e studia le configurazioni discorsive generate nell’interazione tra esseri umani tramite l’uso del linguaggio ordinario.