Centro commerciale “La Carrua”, rinviato per la seconda volta il processo per presunto “abuso d’ufficio”

Centro commerciale “La Carrua”, rinviato per la seconda volta il processo per presunto “abuso d’ufficio”

Secondo rinvio del processo a carico dell’ingegnere capo del Comune di Rosolini, Corrado Mingo, 58 anni, e della presidente del consiglio comunale, Maria Concetta Iemmolo, 56 anni, rinviati a giudizio a seguito di presunti “abusi d’ufficio” in merito all’approvazione del progetto relativo alla realizzazione del centro commerciale “La Carrua” che sarebbe dovuto sorgere in contrada Zacchita a Rosolini. Sono finiti sotto inchiesta assieme al responsabile della “Ma.Pi”, Giuseppe Spampinato, 68 anni, e ad un altro responsabile di settore del Comune di Rosolini, Giuseppe Santacroce, quest’ultimo però non sarà processato in quanto è stato emesso un provvedimento di non luogo a procedere per intervenuta “prescrizione”.

La prima udienza si era svolta il 13 marzo scorso ma è stata aggiornata al 19 giugno a causa di alcune “notifiche non valide”. Il 19 giugno l’udienza ha subito un altro “stop” sempre a causa di una notifica non regolare ed il processo è stato così rinviato al 4 dicembre prossimo.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, il progetto per la realizzazione di un centro commerciale di proporzioni rilevanti sarebbe stato approvato senza essere preceduto dall’approvazione del piano urbanistico nè dalla lottizzazione del terreno in cui avrebbe dovuto sorgere l’impianto. Nella ricostruzione della magistratura la presidente del consiglio comunale avrebbe annullato in autotutela alcune precedenti delibere in seguito alla pronuncia del Tar e avrebbe deliberato di approvare il piano di lottizzazione con la società “Ma.Pi.” in violazione delle relative norme di legge e dei regolamenti in materia.

Un atto che fu votato da 10 consiglieri comunali a favore ed un voto contro, quello del consigliere comunale Giovanni Spadola che aveva portato in aula le motivazioni per adempiere alla sentenza del Tar e bocciare il piano di lottizzazione, riuscendole però ad esprimere solo dopo il voto a favore.

A Corrado Mingo viene invece contestato di avere interessi privati essendo il proprietario, assieme ad alcui familiari, dei terreni su cui avrebbe dovuto sorgere il centro.

I tre imputati sono difesi dagli avvocati Natale Di Stefano, Salvatore Augusto Trombetta, Emanuele Tringali e Antonio Campisi.

 

 

 

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