Borrometi parla a Rosolini: “Gennuso ha inquinato l’immagine di Rosolini”
Corruzione, voto di scambio, criminalità. Si ha spesso paura solo a sussurrarle certe parole. Vedete, cari lettori, il timore di essere sentiti, di ricevere ritorsioni, minacce solo per il semplice fatto di appoggiare certi sostenitori o portatori “sani” di Legalità, nel 2019 può essere, e putroppo lo è, ancora dietro l’angolo. Perché, fino a quando il dialogo con il presente e con l’esistente si baserà su parole e condotte tanto fragili, anacronistiche, stantìe, sconfortanti e prive di civiltà, la Sicilia con certe sue piaghe radicate, rimarrà sempre un passo indietro al futuro.
Possibile che anche Rosolini sia dentro questo tunnel?
A fare nomi e cognomi, come in altre occasioni, in nome dell’Art.21 della Costituzione Italiana che “non tutela solamente il diritto e dovere del giornalista di informare ma soprattutto il diritto del cittadino ad essere informato“, è il giornalista Paolo Borrometi che, durante il convegno “Il Futuro della memoria. Attualità dell’impegno di Paolo Borsellino“, appuntamento di ieri 14 luglio, organizzato in aderenza alla ricorrenza delle stragi di Via D’Amelio e Capaci, ha trasmesso alla comunità cittadina rosolinese un chiaro messaggio di speranza e Legalità, esprimendo una riflessione e un netto punto di vista sulla, putroppo ancora calda tematica, della lotta alla “Mafia” e alla corruzione.
A essere tirate in ballo, sono state le vicende giudiziarie che negli ultimi mesi hanno interessato la figura del deputato regionale, il rosolinese Pippo Gennuso, coinvolto nell’inchiesta sulle sentenze pilotate denominata “Sistema Siracusa”.
Il giornalista, in collegamento streaming, si è rivolto alla città in modo esplicito e diretto, e senza “timore” ha attribuito a Gennuso il fatto di aver “inquinato” l’immagine di Rosolini:
“Il diritto del cittadino ad essere informato, è importante soprattutto per una comunità, come quella rosolinese, che in questi anni ha pagato un prezzo altissimo anche e soprattutto in termini di credibilità: non possiamo nascondere il dato – ha ricordato – che uno dei più volte eletti deputato regionale in Sicilia, si chiama Pippo Gennuso, e questo signore ha inquinato l’immagine di Rosolini, e l’ha inquinata anche nel momento in cui aveva richiesto, in una fase precedente, il patteggiamento per la propria pena, ammettendo, quindi, di aver nei fatti, indirettamente corrotto, un giudice per ripetere le elezioni.
Noi dobbiamo avere il coraggio di dirle queste cose – continua -, così come dobbiamo avere il coraggio di dire purtroppo, l’ho scritto pure nel mio libro, che lo stesso Pippo Gennuso, ha nelle proprie società commercialisti che sono gli stessi commercialisti delle società del superlatitante Matteo Messina Denaro e io mi domando: non è mio compito ritenere se c’è o meno una responsabilità giuridica, ma certamente c’è una responsabilità etica e sociale, soprattutto di chi ha ruoli così importanti, di chi viene democraticamente eletto e deve rappresentare ognuno di noi.
Ecco perché il giornalismo è importante, perché certe illegalità e irregolarità, le forze dell’ordine e i magistrati, da soli non possono distruggerle. Ogni cittadino – conclude – deve essere quindi partecipe di una rivoluzione che innanzitutto deve essere, secondo me, una rivoluzione culturale“.