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Bilancio, consiglio comunale a rischio scioglimento? Il segretario: “Un’ipotesi, ma in Sicilia mai successo”
Il rischio di scioglimento del consiglio comunale? “Un’ipotesi, ma mai successo in Sicilia”.
È stata la frase “rassicurante” del segretario comunale Giuseppe Benfatto, pronunciata ieri pomeriggio in consiglio comunale a seguito di una precisa domanda della consigliera di maggioranza Luigia Di Stefano: “Volevo fare una domanda al segretario, visto che qua abbiamo detto più volte che se mandiamo al Ministero questo bilancio e ce lo bocciano di nuovo, andiamo tutti a casa. Se invece non viene presentato entro il termine dei 45 giorni richiesti dal Ministero, cosa rischiamo?”.
La domanda della consigliera Di Stefano è arrivata a seguito dei vari interventi degli consiglieri di opposizione, Modica, Di Rosolini, Cavallo, Gerratana e Guastella. Nella seduta di ieri sera infatti si è fatto il punto della situazione sullo stato dell’ipotesi di bilancio riequilibrato: il Ministero, ricordiamo, ha bocciato l’ipotesi e dato 45 giorni di tempo al Comune (a partire dal 22 gennaio) per presentare una nuova ipotesi di bilancio. La nuova ipotesi è già stata approvata dalla giunta comunale, si attende il parere ufficiale dei revisori dei conti (che hanno intanto dato parere favorevole al Documento Unico di Programmazione) e si tornerà in consiglio comunale per una nuova approvazione prima dell’ invio al Ministero.
Nel documento di bocciatura, notificato al sindaco per tramite la stazione dei Carabinieri di Rosolini, il Ministero dell’Interno ha scritto nero su bianco: “L’eventuale mancata approvazione della nuova ipotesi di bilancio entro il termine dei 45 giorni o l’emanazione del provvedimento definitivo di diniego, comporteranno l’applicazione delle misure previste all’articolo 262 comma 1 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n.267”. Per semplificare, lo scioglimento del Consiglio Comunale.
Un rischio su cui si è basato, ieri, tutto il dibattito consiliare in tema di bilancio con la provocazione e la richiesta al sindaco, prima da parte del consigliere Carmelo Modica e poi del consigliere Piergiorgio Gerratana, di “promettere di dimettersi nel caso di scioglimento del consiglio”. Provocazione non accolta dal sindaco, rimasto indifferente, che resta fiducioso sul parere favorevole del Ministero.
“Confusi”, probabilmente, dalle dichiarazioni dei consiglieri di opposizione, i consiglieri di maggioranza per tramite la consigliera Di Stefano hanno così chiesto spiegazioni tecniche al Segretario. “Qual è il rischio che corriamo?”
“La normativa prevede che – ha spiegato il Segretario – dopo il primo parere non favorevole del Ministero dell’Interno (come è successo, ndr) , il Comune debba riproporre l’ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato entro 45 giorni, un termine perentorio, che se non si osserva equivale ad inadempienza. Se il bilancio viene inviato entro i 45 giorni, ci sarà una seconda istruttoria; se invece non viene inviato nei 45 giorni, il Comune è inadempiente. Io più che concentrarmi sulle sorti del consiglio comunale – ha aggiunto il segretario – mi concentrerei sui rilievi posti dal Ministero che sono importanti perché ci consentono di gestire in equilibrio l’Ente, andando quindi al di là del fatto che il consiglio possa essere o meno sciolto, cosa che non è mai successa in Sicilia che tra l’altro è regione a Statuto Speciale”.
“Può spiegarsi meglio sul rischio dello scioglimento?” Hanno chiesto i consiglieri. “Nel caso di mancata approvazione potrebbe essere avviata la procedura di scioglimento ma in Sicilia non è stata mai avviata” – ha risposto di nuovo. “E se il consiglio approva e poi il Ministero boccia di nuovo, si scioglie il consiglio o non è mai successo?” -hanno chiesto ancora i consiglieri.
“Allora, siamo nel campo delle ipotesi – ha risposto il Segretario, – quindi ipotizziamo che inviamo entro il termine preventorio dei 45 giorni l’ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato e dal Ministero arriva un nuovo parere non favorevole… In quel caso si dovrebbe avviare, secondo la normativa nazionale, la procedura di scioglimento. Di fatto però questo non si è mai verificato perché è possibile per l’Ente contestare la procedura di commissariamento oppure contestare il parere del Ministero innanzi al Giudice Amministrativo”.