Anche Rosolini rompe il silenzio sul dramma della guerra in Congo
Da Trento a Rosolini insieme per la pace nel Congo: a S. Caterina l’incontro della Congo Week 2024 per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla tematica
Una locandina dal titolo “Ho incontrato l’Africa”, un messaggio che ci mobilita e ci richiama a trovarci “Insieme per la Pace in Congo”, e un grido di aiuto spesso inascoltato, che ci siamo sentiti in dovere di cogliere al volo, sposando l’impegno dei promotori e dei protagonisti dell’iniziativa che hanno deciso di rompere il silenzio su questa guerra, divulgando e sensibilizzando quante più persone possibili sul dramma che il popolo congolese vive ormai da molti anni.
Questa, la motivazione principale di quello di cui vi stiamo per parlare. Dopo avere ricevuto l’invito all’incontro dello scorso 19 Ottobre svoltosi presso il Cineteatro S.Caterina, a cui come Redazione, siamo sinceri, non siamo riusciti a partecipare, ci siamo subito mobilitati per saperne di più sul dibattito e dare alla tematica discussa – per quel che ci è possibile fare in qualità di “vetrina pubblica” – il giusto eco che merita.
L’evento “Ho incontrato l’Africa”, organizzato nell’ambito della Congo Week 2024, iniziativa promossa dalla Rete Nazionale “Insieme per la Pace in Congo”, che si è resa promotrice attraverso i propri aderenti di una serie di iniziative organizzate dal 12 al 19 ottobre in tutto lo stivale, da Trento e fino ad arrivare a Rosolini, ha offerto l’opportunità di riflettere sulle cause profonde del conflitto africano e sulle responsabilità delle potenze internazionali.
Nello specifico, l’associazione SIMAMA di Modica, composta da associati provenienti da varie parti d’Italia, legati dall’esperienza del viaggio in Congo (tra cui diversi rosolinesi), ha organizzato una serie di eventi, come il dibattito aperto a Rosolini, che si è tenuto appunto il 19 ottobre e che ha visto la partecipazione di sacerdoti che operano in prima linea e che si sono confrontati su cosa vuole dire incontrare l’Africa secondo le loro esperienze.
Don Salvatore Cerruto, attuale parroco della Parrocchia S. Caterina da Siena, dal 2010 al 2014 sacerdote in Africa, appena tornato dal continente africano per portare avanti tanti progetti della nostra Diocesi di Noto gemellata con quella di Butembo Beni, Don Giovanni Piumatti, sacerdote di Pinerolo da 50 anni missionario in Congo e Don Giuseppe Di Rosa, profondo conoscitore dell’Africa, spesso in Congo per tenere lezioni di Sociologia all’Università di Butembo.
Importanti e molto sentite tra il pubblico, sono state le loro testimonianze che hanno raccontato il dramma di chi vive in Congo e di chi da quel paese è stato costretto a scappare a causa di una guerra che persiste da quasi 30 anni, causando quasi 10 milioni di morti e facendosi oggi sempre più dura. Tante le tragedie quotidiane di persecuzione politica, perpetrata ai danni di chi si ribella in maniera civile ad un governo da sempre disinteressato delle condizioni di estrema povertà in cui vive il 90% della popolazione martoriata da continue sofferenze. Donne violentate, bambini stuprati e villaggi rasi letteralmente al suolo.
Basti digitare su qualsiasi motore di ricerca “Repubblica Democratica del Congo”, per rendersi conto dalle varie fonti e dai vari articoli, che tale Stato è oggi uno degli stati più ricchi di minerali, ma anche uno dei paesi più assediati da guerre civili, soggetto allo sfruttamento delle multinazionali per la corsa all’accaparramento del coltan, risorsa rara estratta dalla terra, che viene utilizzata per la fabbricazione di telecamere, cellulari e molti altri apparecchi elettronici. Ecco che stragi, guerriglie e saccheggi sono all’ordine del giorno. Nonostante la firma di un accordo di cessate il fuoco, mediato ad agosto dall’Angola tra le forze armate congolesi e la milizia sostenuta dal Rwanda, i combattimenti non si fermano, e si fanno sempre più preoccupanti a tal punto da impedire lo scorso luglio l’annuale partenza in Congo del gruppo missionario della nostra Diocesi – di cui fanno parte diversi nostri concittadini – che in Africa ogni anno porta avanti progetti solidali nelle scuole e negli ospedali dei vari villaggi.
La Repubblica Democratica del Congo continua quindi a essere tormentata da un conflitto che sembra non voler finire e del quale i media stentino a parlarne. Ma c’è chi, come la comunità di Rosolini, non si vuole arrendere e si batte per portare alla luce questa drammatica realtà. E l’evento di cui vi abbiamo parlato ha rotto proprio il silenzio su questa guerra, lanciando un messaggio chiaro: non si può ignorare la tragedia che si sta consumando in Congo. È necessario continuare a parlarne, dare voce a questo problema per porre fine al conflitto e garantire alla popolazione congolese un futuro di pace e dignità. La comunità di Rosolini, con i suoi progetti di solidarietà, ha dimostrato ancora una volta come un piccolo gesto può fare la differenza. Ma è fondamentale che questo impegno si diffonda a macchia d’olio, coinvolgendo sempre più persone e forze politiche.
Questo impegno vogliamo assumerlo anche noi: ci riserveremo per il prossimo numero cartaceo un approfondimento con tutti gli attori rosolinesi coinvolti nei progetti a favore dell’Africa, per far capire e toccare con mano cosa sta succedendo nella Repubblica Democratica del Congo, al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni all’impellente tematica.