“Addio” al museo Biagio Poidimani in Piazza Garibaldi, l’ira degli ex amministratori: “Attacco alla cultura”
Le opere di Poidimani dovevano essere ritirate, a breve, a Roma. Un trasferimento complesso, frutti di precisi accordi con gli eredi. Ma il Commissario è propenso a usare quelle sale, ben ristrutturate, come sede di alcuni uffici comunali.
La realizzazione dello spazio cultura Biagio Poidimani la si vorrebbe stroncare (quasi) sul nascere.
Nell’ex Comando dei Vigili Urbani di Rosolini, in Piazza Garibaldi, i lavori di ristrutturazione interni alle sale erano quasi giunti al termine per concretizzare uno dei progetti su cui tutta l’amministrazione Incatasciato aveva puntato particolarmente.
Il progetto prevedeva la realizzazione di uno spazio culturale, colmo di arte e storia rosolinese, nel cuore della città, in Piazza Garibaldi.
I lavori per realizzare lo spazio cultura erano quasi ultimati: lì dovrebbe nascere il museo dedicato allo scultore rosolinese Biagio Poidimani ma anche una sala espositiva per mostre di artisti locali, e una d’informazione turistica e comunicazione (quella dedicata a Gigi Perricone) finalizzata all’accoglienza dei visitatori che ad oggi non hanno alcun punto di riferimento in città.
Impegni di spesa per i lavori di falegnameria, preventivo per l’impianto luci specifico per le aree museali, ditte coinvolte, accordi con professionisti locali e anche con gli eredi di Poidimani, tutti avanzamenti e accordi che però oggi subiscono una drastica battuta d’arresto: si torna indietro.
Quegli spazi potrebbero ospitare, a partire da adesso, gli uffici comunali dei Servizi Demografici.
A deciderlo è stato il Commissario Straordinario Giovanni Cocco che, approfittando dei locali già ristrutturati (perché quasi pronti per ospitare le opere di Poidimani) starebbe predisponendo invece il trasferimento, in quella sede, di alcuni uffici.
Una scelta che ha provocato l’ira dell’ex sindaco Pippo Incatasciato, dell’ex vicesindaco Luigi Fratantonio e dei due gruppi politici di appartenenza, Piazza Civica e Insieme per Rosolini.
“Una progettualità complessa, che un funzionario dello stato si permette di stravolgere riversando lì degli uffici che non hanno nessun motivo di essere spostati. Da quando in qua un funzionario ha anche il potere di fare scelte politiche? – attaccano l’ex sindaco Pippo Incatasciato e l’ex vicesindaco Luigi Fratantonio che non digeriscono la scelta del Commissario. Una scelta “politica”, fin troppo politica, per i due ex amministratori.
“È chiaro che sotto questa azione demolitiva c’è la mano di qualche politico, sennò non si spiega perché un Commissario dovrebbe rivolgere la sua attenzione a queste circostanze, quando vi sono atti amministrativi che parlano chiaro. Non ci sono situazioni di emergenza per cui è necessario il trasferimento degli uffici e per l’uso di quella sede a uffici. Una sede per la quale sono stati spesi soldi della comunità cittadina finalizzati ai lavori di ristrutturazione in vista dell’utilizzo programmato e parte dei compensi della nostra amministrazione impegnati per quella finalità e che adesso un funzionario regionale pensa di bruciare senza alcuna valida motivazione”.
“Questa è un’azione di mera contrapposizione politica, un’autentica azione demolitiva ai danni della città, e stupisce che questa iniziativa sia stata intrapresa non da una parte politica, ma da un funzionario” – continua Incatasciato che ricorda la progettualità: “Il progetto parlava finalmente di cultura, di accoglienza, di turismo, di area museale dedicata all’artista scultore più illustre a cui la nostra città ha dato i natali. Ben 14 mila euro destinati alla realizzazione di questo progetto con i soldi delle indennità degli amministratori già determinati. Eravamo pronti per ritirare le opere di Biagio Poidimani a Roma e adesso il Commissario blocca tutto! La famiglia peraltro era pronta a consegnare le opere. Con quale interesse? Come è possibile che un funzionario si permetta di demolire azioni progettuali della città senza nemmeno conoscere il territorio? Come possiamo non pensare a una manina politica che intende demolire il bello della nostra amministrazione?”
“Un funzionario dello stato è deputato a portare avanti le progettualità della città e non a stravolgere o spostare progetti quasi ultimati di condivisone tra politica e professionisti locali. Quello che il Dott. Cocco sta facendo è gravissimo. Se necessità – continuano Incatasciato e Fratantonio- interesseremo della vicenda tutte le autorità governative deputate alla tutela della cultura e dei beni culturali. È increscioso demolire un’iniziativa culturale solo per spirito di contrapposizione politica che non si comprende da quali presunte parti provenga, chiaramente non da una parte politica nobile ma da una che ha intenzione di distruggere la proiezione di crescita culturale della nostra città. Un attacco alla cultura che contrasteremo con tutte le nostre forze!”