A due anni dalla morte di Giuseppe Cappello, la famiglia: “Nulla è stato ancora fatto!”
Due anni fa il caro compaesano Giuseppe Cappello, l’agente penitenziario di 52 anni, perse la vita in quella tragica e indimenticabile notte del 25 Ottobre. Mentre si recava a lavoro a bordo della sua Dacia Sandero, fu trascinato dalla furia dell’acqua e del fango per l’esondazione del canale di scolo che attraversa la strada statale 115 in Contrada Stafenna in direzione Rosolini – Noto.
La famiglia, a due anni dall’immane tragedia, intende rinnovare il suo ricordo e la domanda, ancora la stessa, ancora inevasa: “Quanto ancora dovremo aspettare per la messa in sicurezza di contrada Stafenna?”
Il testo della famiglia di Giuseppe Cappello:
“Contrada Stafenna due anni dopo.
Oramai è noto a tutti che il contagio da Covid-19 abbia rallentato le azioni ed i pensieri di chi è di riguardo, ma due anni sarebbero dovuti bastare per riflettere sull’accaduto, e soprattutto per mobilitarsi affinché certe tragedie non si verifichino più.
Ciò che si sarebbe dovuto fare, ancor prima che potesse capitare una disgrazia, non è stato messo in atto nemmeno dopo quella notte in cui Rosolini ha perso non solo un cittadino, ma anche un marito premuroso, un padre amorevole, un fratello presente, un figlio operoso, uno zio magnanimo, un buon amico, un collega fidato e puntuale che si è diretto a lavoro nonostante le condizioni meteorologiche avverse e che, ad oggi, nonostante tutto, non è stato ancora riconosciuto come vittima del dovere.
La messa in sicurezza di Contrada Stafenna è slittata ancora e ancora ma questa volta la scusa del Covid è scaduta. Chiediamo quindi: quanto ancora dovremo aspettare?
Dovrà esserci un’altra vittima di negligenza?
-La famiglia di Giuseppe Cappello
Lo ricordano con amore la moglie, i figli Corrado e Giusy, i parenti e gli amici tutti.
Una S. Messa in suffragio sarà celebrata oggi, 25 ottobre, alle ore 18:00 nella Chiesa del SS. Crocifisso.