L’arte di “SoStare” con l’Altro: successo per l’incontro delle dottoresse Di Dio e Monaca sulle “relazioni consapevoli”

L’arte di “SoStare” con l’Altro: successo per l’incontro delle dottoresse Di Dio e Monaca sulle “relazioni consapevoli”

Sabato 5 aprile, la Sala Cartia ha ospitato un incontro gratuito dal titolo “SoStare con l’altro”. L’evento, curato dalle dottoresse Maria Zaira Di Dio e Michela Monaca,  si è rivolto a genitori, insegnanti, educatori, operatori sanitari e professionisti. Le tematiche affrontate hanno spaziato dal saper stare nelle relazioni d’aiuto e nella relazione genitori-figli lungo le fasi di vita, al saper stare nei contesti educativi e nelle relazioni professionali. 

Il riscontro da parte dei partecipanti è stato estremamente positivo, con numerosi feedback che sottolineavano l’esperienza di grande arricchimento professionale e personale, l’emozione provata, e la convinzione che l’incontro aiuterà a relazionarsi in modo più profondo con gli altri. È stata infatti proprio la partecipazione attiva e il confronto tra genitori, insegnanti e figure sanitarie ad arricchire l’evento, trovando la loro massima espressione nella parte esperienziale.

Questo appuntamento ha rappresentato anche un’occasione speciale per celebrare il decimo anno di attività professionale della dottoressa Di Dio. L’evento si è infatti anche concluso con un momento conviviale tra tutti i partecipanti.

 “L‘incontro – ha spiegato la dottoressa Di Dio- è nato da un profondo desiderio di condividere quanto maturato in dieci anni di incontri significativi con bambini, ragazzi e genitori. La consapevolezza più grande emersa da questa esperienza è la possibilità di imparare a “SoStare” con l’altro, che ha dato il titolo all’evento

SoStare – ha detto invece la dottoressa Michela Monaca –  significa appunto, e prima di qualsiasi espressione, “fermarsi”. Nelle nostre vite affannose talvolta non c’è spazio per sostare, ma sabato ognuno dei partecipanti ha scelto di farlo, concedendosi quello spazio”. 

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Per la dottoressa Zaira Di Dio, psicomotricista funzionale e mediatrice Feuerstein, saper stare con l’altro vuol dire dare valore ad ogni gesto, parola, tentativo di agire della persona cogliendo ogni momento della relazione con questo come quello più giusto per favorire una sensibilità al cambiamento, alla crescita, all’evoluzione ponendo le basi per un linguaggio relazionale. Tutto questo rappresenta la forza motrice in ogni tipo di relazione: che sia una relazione d’aiuto, il legame tra genitori e figli, o le dinamiche all’interno dei contesti educativi e professionali. Durante l’incontro, sono stati approfonditi alcuni punti chiave fondamentali, tra cui proprio il Linguaggio relazionale, il Riconoscimento e la valorizzazione dell’unicità della persona, l’assertività, l’empatia, e l’estensione del concetto di Specialità da parte dei contesti educativi”

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L’intervento della dottoressa Michela Monaca, Counsellor professionista, si è focalizzato sulla tematica “saper stare nelle relazioni professionali“. Sebbene le altre tematiche dell’incontro fossero rilevanti, – ha spiegato – questa in particolare calza meglio nel mio ruolo di counsellor che è tra i professionisti che intervengono con sempre maggior frequenza nei contesti lavorativi, aziendali e non. Il mio ruolo in questi contesti è quello di favorire la comunicazione tra le parti, potenziare le risorse disponibili e promuovere nuove abitudini di équipe. La mancanza di consapevolezza dei propri bisogni può rendere davvero difficile, a volte impossibile, l’incontro e la co-operazione con l’altro/a. SoStare, Saper Stare, indica la capacità di fermarsi, di abitare, di accettare, di accogliere uno o più contesti relazionali e in ognuno di questi co-costruire e riconoscersi reciprocamente. Se noi stessi non sappiamo sostare con il nostro corpo, i nostri silenzi, limiti e debolezze, difficilmente riusciremo ad entrare in empatia con l’altro. Ascoltare è diventare chi ascolta, connettersi con l’originalità che l’altro trasmette, altrimenti…è aspettare di dire la propria!

Tante sono state “le attività” dell’evento, che hanno emozionato i partecipanti. Tra queste pratiche di ascolto del proprio corpo e del proprio sentire, ad occhi chiusi, fino all’aumento della consapevolezza, allo scorrimento di immagini raffiguranti scene reali di ogni contesto relazionale, ad occhi aperti, ponendosi domande come “Per cosa sono grata/o? Cosa potrei fare per saperci stare meglio?”

Un momento particolarmente significativo, in conclusione, stata l’esperienza del gomitolo di lana”

“Questa attivitàhanno detto le dottoresseha offerto ai partecipanti uno spazio di condivisione del proprio vissuto e di quanto appreso, simboleggiando la Relazione e la Condivisione come opportunità di SaperStare con l’altro in uno spazio di espressione e ascolto reciproco. Continueremo ad organizzare momenti di “incontro dell’altro” – hanno concluso-, desiderose di affrontare tematiche di interesse e bene comune con la speranza di sollecitare una sempre maggiore sensibilità e presenza da parte dei cittadini”. 

 

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