Intervista a Piergiorgio Gerratana, candidato alla segreteria provinciale del Partito Democratico
La corrente del Partito Democratico di Siracusa vicina alla segretaria nazionale Elly Schlein ha annunciato il suo sostegno alla candidatura di Piergiorgio Gerratana per la segreteria provinciale del partito. Piergiorgio Gerratana, attuale consigliere comunale di Rosolini, ha una lunga esperienza politica, iniziata con la militanza nel Partito Democratico, la nomina ad ex assessore regionale del Pd e il ruolo di presidente del consiglio comunale di Rosolini dal 2018 al 2021. Con la mozione “Costruire l’alternativa in provincia”, Gerratana, sostenuto tra gli altri dal senatore Nicita, da Cutrufo, Bonomo e Bruno Marziano, si contrapporrà a Orazio Scalorino, supportato dal deputato regionale Tiziano Spada, a Giuseppe Patti e Claudia Saccà.
Partiamo dalla sua mozione, “Costruire l’alternativa in provincia”, cosa propone per il territorio rispetto agli altri candidati? Lei affronta temi cruciali, quali sanità, polo industriale, agricoltura…
Propongo un’alternativa di metodo, prima che di merito. Il congresso è stato annunciato dal commissario provinciale, il senatore Antonio Nicita, a settembre scorso e da allora ad oggi ho avviato una serie di incontri, colloqui, confronti con quanti hanno manifestato la voglia e il desiderio di impegnarsi o di tornare ad impegnarsi. Due anni di commissariamento della federazione provinciale hanno creato non pochi problemi alla vita democratica e al confronto interno tra gli iscritti e solo perché abbiamo avuto la fortuna di poter contare su un fuoriclasse, perché il sen. Nicita è unanimemente riconosciuto tale da noi e dai nostri avversari, scelto direttamente dal segretario nazionale Elly Schlein. Oggi possiamo dire di aver fatto un lavoro di ricucitura che sta portando nuovo entusiasmo nei circoli e alla riapertura degli stessi in comuni dove eravamo praticamente scomparsi. Quindi una proposta che, partendo dalla mia esperienza di amministratore locale, mira a valorizzare l’intero territorio provinciale, favorendo l’autonomia e il protagonismo dei circoli nell’ambito di una cornice di regole e valori che devono ispirare l’azione del partito democratico a tutti i livelli. Credere in questo metodo mi ha permesso di preparare una mozione congressuale arricchita dai contributi di importanti personalità come Fabio Moschella per l’agricoltura, lo stesso sen. Nicita per l’industria e Antonella Fucile insieme ad Antonio Rotondo per la sanità. Un documento che parte dalla preoccupazione di vedere un generale arretramento dell’azione pubblica in settori fondamentali. Penso alla gestione dell’acqua in provincia dove non va demonizzato l’intervento privato individuato tra l’altro con gara europea e il cui affidamento ha già superato positivamente riesami e ricorsi, ma dove la parte pubblica, che rappresenta il 51% non può farsi trovare impreparata o peggio ancora corruttibile in termini di prebende e/o accordi che non hanno alla base la difesa di questo importante e fondamentale bene. Penso alla sanità, dove aldilà dei proclami, degli slogan o di effimeri investimenti registra ancora oggi la fuga verso il privato di figure ad elevata preparazione professionale, la mancanza di medici nei presidi di emergenza, l’affollamento dei pronto soccorso dove le persone rischiano di morire, come già successo recentemente a Palermo, su di una barella in un corridoio. Penso, ancora, al grande tema della transizione ecologica con particolare riferimento al polo industriale dove l’inerzia del governo nazionale sta portando ad una generale dismissione con gravi ripercussioni per l’ambiente e per i livelli occupazionali. Penso, infine, a settori economici decisivi per le nostre realtà, come il turismo e l’agricoltura di qualità, dove non esiste una comune strategia economica territoriale e gli operatori di questi settori si arrangiano da soli come possono.
Nonostante l’enfasi sull’unità, il congresso vede quattro candidati. Per chi conosce “le divisioni” interne al Pd degli ultimi tempi, di cui è stato spesso protagonista Tiziano Spada, le chiedo, non si tratta forse dell’ennesima battaglia tra correnti interne al PD, piuttosto che di una reale alternativa di visione per il partito siracusano?
Io mi candido al ruolo di segretario provinciale del Partito Democratico di Siracusa e non sono minimamente interessato a fare una battaglia di semplice testimonianza. Non sono interessato ad essere individuato come un capo corrente e anzi la mia candidatura rappresenta la sintesi unitaria della stragrande maggioranza di iscritti e dirigenti che hanno condiviso l’idea che il tempo delle risse è finito e che tanto danno ha fatto al partito. È chiaro che senza organismi dirigenti che si riuniscono e decidono temi e linee da seguire, i rappresentanti istituzionali hanno interpretato il loro ruolo secondo le proprie convinzioni personali. Il risultato è largamente insufficiente e la logica del “con me o contro di me” ha portato a sconfitte elettorali importanti, mi riferisco ai casi di Siracusa e Pachino, dove la responsabilità dell’on. Spada è lampante. Nel PD la logica padronale del partito, che invece è decisamente presente nei partiti di centrodestra, non potrà mai attecchire e 2600 tesserati in provincia ne sono la dimostrazione.
Lei ha dovuto, assieme ai candidati Patti e Saccà, fare chiarezza su una presunta “disinformazione sul congresso” da parte di Scalorino. Si parte già male, insomma. Cosa è successo?
Quando si tirano le somme, le persone reagiscono in due modi: o prendono atto del lavoro svolto e si intestano una battaglia cercando di ottenere il massimo con i mezzi che hanno, o, peggio ancora, tentano di far saltare il banco pur di non ammettere che stanno andando incontro ad una sconfitta. Il PD si è dato delle regole precise che garantiscono il confronto democratico condivise unanimemente da tutti i rappresentanti dei candidati per cui dire che qualcuno vuole impedire il confronto o si sbandierano le primarie, non previste dal regolamento, come elemento divisivo e non come garanzia per una più ampia partecipazione lo trovo infantile prima ancora che scorretto. Orazio Scalorino, che mi conosce bene così come io conosco lui, sa di aver di fronte una persona che da vent’anni milita nel Partito Democratico e non ha mai considerato il partito né un albergo né un taxi. Meglio ridimensionare questo scivolone considerandolo una piccola scaramuccia dettata da un’ansia da prestazione.
La sua mozione evidenzia le fratture del partito, con riferimenti, come ha anche detto prima per esempio, a quanto accaduto durante le amministrative di Siracusa e di Pachino. “Vogliamo liberare il partito – scrive nella sua mozione- da ricatti, posizionamenti, difese di posizione, e da gruppi che votino contro il Pd”. Qual è la sua strategia per ricucire queste fratture e rendere davvero credibile e unito il partito? E, nonostante il buon lavoro del senatore Nicita, non pensa che queste dinamiche siano state gestite in modo sbagliato?
Come dicevo prima, il commissariamento seppur brillantemente gestito dal sen. Nicita presuppone il congelamento degli organismi democraticamente eletti, il che crea le condizioni, come tra l’altro avvenuto, che pezzi di partito interpretino sulla base di proprie valutazioni le scelte da fare. Le fratture si superano parlando chiaro ai nostri elettori e ai nostri tesserati, sviluppando temi, idee e soluzioni che portino ad un’apertura verso mondi che ci guardano con interesse, ma oggi con disincanto. Essere chiari significa favorire il massimo del confronto e il massimo della mediazione, ma presa la decisione chi non si adegua è fuori dal partito. Mi sembra il minimo sindacale per un partito.
Come si traduce a livello locale l’adesione alle politiche nazionali del PD e come intende radicare il partito sul territorio?
La mia esperienza di amministratore locale mi porta a fare una riflessione su come io personalmente ho vissuto la mia militanza. Troppo spesso (quasi sempre aggiungo) non ho trovato alle spalle il PD a supporto della mia azione amministrativa. Ovviamente, mi riferisco al livello provinciale, perché per fortuna il circolo di Rosolini ha mantenuto sempre una sede e un direttivo che discute, elabora idee e sostiene il consigliere comunale. Per cui, innanzitutto, bisogna esprimere un grande sostegno ai consiglieri comunali, agli assessori e ai sindaci che in provincia di Siracusa sono riferimento del PD. E poi favorire l’apertura dei circoli in tutti i comuni soprattutto al di fuori e lontani dai momenti elettorali. Il PD deve riannodare i rapporti con le organizzazioni di categoria e con i sindacati con una logica “osmotica” sia in termini di idee sia in termini di investimento sulle persone. Infine, mi batterò per un PD che si apra a settori della politica e della società che sono chiaramente incompatibili con le incredibili e scellerate posizioni di Salvini o con l’estremismo muscolare e inconcludente della Meloni: i movimenti civici, le associazioni, il mondo della cultura, il mondo cattolico e moderato, sono tutti interlocutori con cui dobbiamo ritornare a confrontarci, ma che oggi hanno considerato più affidabile un governo di destra che lascerà macerie in Italia e in Europa. Io mi candido per smentire questa narrazione e questo ineluttabile destino di declino delle nostre comunità.
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Enrica Odierna