Ripresentata stamattina la mozione di sfiducia al presidente del consiglio comunale Corrado Sortino
Le motivazioni sono praticamente uguali alla mozione presentata il 17 ottobre scorso. A cambiare è il numero delle firme che da 6 sono salite a 7.
Un particolare non da poco visto che nella prima mozione di sfiducia fu “bocciata” dal segretario generale del Comune di Rosolini che aveva dichiarato “tecnicamente improcedibile” la mozione in quanto secondo lo statuto comunale “deve essere presentata dai 2/5 dei consiglieri, quindi 6,4 arrotondato a 7”.
L’adesione della consigliera Rosina Collemi ha fatto quindi superare il “problema tecnico” e questa mattina i consiglieri Piergiorgio Gerratana, Tino Di Rosolini, Carmelo Modica, Maria Concetta Iemmolo, Rosario Cavallo, Giuseppe Guastella e Rosina Collemi, hanno protocollato nuovamente la mozione di sfiducia al presidente del consiglio.
I firmatari sostengono che il comportamento di Sortino durante le sedute consiliari avrebbe evidenziato “una completa mancanza di autonomia e autorevolezza, unita a una totale indifferenza verso le richieste dei consiglieri, soprattutto di minoranza. Tale atteggiamento ha compromesso il buon funzionamento del Consiglio Comunale, rendendolo subalterno alle tempistiche e strategie politiche della giunta e del Sindaco”.
La mozione elenca inoltre una serie di episodi che dimostrerebbero l’inadeguatezza di Sortino nel ruolo di Presidente del Consiglio. Tra questi, la mancata risposta a richiami verbali e richieste ufficiali, il mancato inserimento di punti all’ordine del giorno e la censura delle iniziative proposte dai consiglieri di minoranza, le mancate convocazioni di sedute di Consiglio per trattare argomenti urgenti di sanità pubblica e ordine pubblico, nonostante le richieste fossero state presentate nel rispetto del regolamento.
Episodio ritenuto come la classica goccia che fa traboccare il vaso quello avvenuto nella seduta dell’11 settembre 2024. I consiglieri accusano Sortino di aver agito in modo da favorire la maggioranza, abbandonando ogni principio di imparzialità e garanzia perché con la sua uscita dall’aula “ha condizionato il resto della maggioranza ad abbandonare l’aula, facendo venire meno il numero legale e impedendo la trattazione dei punti non affrontati”.
“L’atteggiamento messo in essere dal Presidente del Consiglio Comunale durante le sedute del civico consesso -si legge nella mozione di sfiducia- lasciano trasparire inconfutabilmente una completa mancanza di autonomia ed autorevolezza nella gestione delle stesse, unita ad una totale indifferenza verso le richieste dei Consiglieri, in particolar modo di quelli delia minoranza. Tale atteggiamento ha dimostrato e dimostra inadeguatezza al ruolo e mancanza di rispetto nei confronti dei cittadini, delle istituzioni, verso le problematiche della città e verso il ruolo ricoperto. Di fatto, questo si traduce in una totale subalternità del Consiglio Comunale alle tempistiche e alle strategie politiche e amministrative della giunta e in particolare del Sindaco che, con atteggiamento autoritario e accentratore, gestisce e coordina anche aspetti non di competenza, compromettendo irrimediabilmente il buon funzionamento e lo svolgimento dell’attività del Consiglio Comunale. Un buon Presidente del Consiglio deve innanzitutto saper ascoltare i Consiglieri Comunali, di maggioranza e di opposizione, quando questi portano avanti problemi che riguardano i cittadini. Deve farli propri e non censurarli, per poter rappresentare al Sindaco la totalità dei bisogni della città, oggi incancreniti da questo modus operandi. Così facendo ha messo in difficoltà anche Sindaco che, tramite mezzo stampa, ha preso le distanze dall’atteggiamento del Presidente. Per troppo tempo questo Consiglio Comunale è stato esautorato e svuotato dal ruolo che la Costituzione Italiana gli ha attribuito. Il Presidente del Consiglio ha fatto strame di ogni prerogativa dei rappresentanti del popolo”.