“In Sicilia la buona sanità esiste…e mi ha aiutata”, la storia di Margherita Tela
È rimasta ricoverata per 45 giorni all’Ospedale Cannizzaro di Catania e ha subìto diversi interventi al rene: “Ho trovato un’equipe straordinaria”
Articolo dal numero cartaceo di giugno del Corriere Elorino
“Si parla tanto di malasanità, ma io vorrei sfatare questo pensiero”.
Così la signora Margherita Tela, 46 anni, coniugata Blandino, ha deciso di ringraziare pubblicamente i medici del reparto di Urologia del Cannizzaro di Catania, reparto che, in verità, di complimenti da parte dei pazienti ne riceve sempre tanti e per accertarlo basta solo una semplice ricerca su internet.
La signora Margherita è stata costretta a “vivere” in ospedale per 46 giorni per un problema ad entrambi i reni che gli aveva reso la vita impossibile. “In uno dei due reni avevo un calcolo grande 8 centimetri. Il medico specialista mi disse che non aveva mai visto un calcolo così grande”.
Una calcolosi renale aggravata da infezioni batteriche, per cui sono stati necessari ben cinque interventi, tra cui ipercutanei. “Quando ho scoperto il calcolo, dopo brutte esperienze con altri medici che minimizzavano la mia situazione sanitaria, mi sono affidata tramite un amico di Pachino all’urologo dott. Giuseppe Candiano che è stato la mia salvezza” – racconta.
Ed è proprio il Dott. Candiano a consigliare alla signora il reparto di urologia del Cannizzaro di Catania, grazie alla sua collaborazione con lo specialista dottor Letterio D’Arrigo, Responsabile dell’Unità Operativa di Endourologia presso la sezione di Urologia dell’Ospedale Cannizzaro di Catania, autore di numerose pubblicazioni scientifiche pubblicate su riviste nazionali ed internazionali e membro di importanti Società Scientifiche come la Società Italiana di Endourologia.
Una coppia di professionisti che per la signora Tela rappresentano, assieme a tutta l’equipe del reparto di urologia, “la sanità perfetta”, che non ha solo diagnosticato e curato il problema con celerità e attenzione ma anche avuto un atteggiamento umano, davvero vicino al paziente, come purtroppo non sempre accade.
Ma, ci dice la signora Tela, “è tutto il reparto a essere dotato di una equipe di professionisti seri. Tutti, medici, infermieri e operatori socio sanitari, sono sempre presenti, giorno e notte, e estremamente attenti alla cura del paziente. Quando avevo bisogno, mi bastava pigiare solo mezza volta il tasto per il campanello e arrivava subito qualcuno” – ha raccontato commossa la signora.
“Tutti sempre gentili e sorridenti, consapevoli che a volte basta solo qualche sorriso per far sentire il paziente come a casa e meno solo, specie in questo periodo in cui nessun parente può stare vicino al malato. Sono stata accolta con tanta umanità, trattata benissimo. Questa è una cosa importante per tutti, specie per chi vive situazioni sanitarie davvero gravi”.
E nel suo racconto il pensiero va anche a quei pazienti che ha conosciuto, in quei 45 giorni di degenza, e che continuano a vivere situazioni drammatiche o che, purtroppo, non ce l’hanno fatta: “Nel reparto c’era una statua di Padre Pio, pregavo ogni giorno per ognuno di loro. Qualcuno purtroppo non ce l’ha fatta anche se i medici hanno fatto l’impossibile. Certe malattie non perdonano e io mi sento fortunata”.
Oggi la signora Margherita Tela gode di buona salute. L’incontro con quei medici è stato la sua salvezza e anche la sua speranza nonostante, dice con le lacrime agli occhi – “ho davvero passato un periodo terribile, ma per fortuna mi hanno fatto sentire come a casa. Il mio grazie, dal profondo del cuore, al Dott. D’Arrigo, al Dott. Candiano e a tutto il meraviglioso reparto di urologia. Mi auguro che tutti prendano esempio da questo genere di sanità, fatta di professionalità, eccellenze mediche ma anche passione, umanità e rispetto del paziente”.
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