Docente anonimo dona pc di sua proprietà all’Istituto Archimede, la dirigente Cirmena: “Gesto unitario e umanitario”
Gesto di solidarietà e umanità di un docente benefattore dell’Istituto di Istruzione Superiore “Archimede” di Rosolini
Dalla didattica a distanza a quella integrata, oggi le scuole necessitano sempre più di dispositivi tecnologici per la formazione degli studenti. Ma questa improvvisa modalità di scuola 2.0, messa in atto dal Covid-19, ha anche evidenziato quanto profondo sia in Italia il digital divide, ovvero quel divario digitale tra chi può accedere alla rete e chi, invece, non ha dispositivi tecnologici in famiglia.
Su scala nazionale un alunno su quattro vive in una casa senza computer. Criticità a cui il Ministero dell’Istruzione ha risposto prontamente nei mesi scorsi stanziando fondi per l’acquisto di kit scolastici, tablet e pc. Ma la solidarietà non viene solo da Roma e corre, talvolta, anche tra i banchi delle nostre scuole.
È il caso di un docente in servizio presso l’Istituto di Istruzione Superiore « Archimede » di Rosolini che, questa mattina, ha donato un pc di sua proprietà alla scuola. Il dispositivo, subito sottoposto a check completo, ripristino e sanificazione, che viene aggiunto alla disponibilità di devices per gli studenti, è adesso pronto per essere consegnato in comodato d’uso gratuito a chi, nelle settimane scorse, ne ha fatto richiesta e che rientra nella graduatoria per l’assegnazione dei dispositivi tecnologici in dotazione all’istituto.
La dirigente dell’Archimede, la dott.ssa Maria Teresa Cirmena, ha plaudito al nobile gesto: «La classe docente non ricopre solo una funzione didattico- educativa in un contesto socio-culturale caratterizzato in questo particolare momento storico da uno stato di emergenza, ma partecipa e condivide attivamente le problematiche della comunità scolastica rispondendo con sensibilità alle esigenze degli studenti. I docenti si prodigano all’interno delle aule virtuali e in seno alle aule tradizionali, ma il loro ruolo va ben oltre, rimanendo talvolta umanamente coinvolti anche dalle priorità che manifestano gli studenti, soprattutto di chi necessita di devices che la famiglia non ha la possibilità economica di poter acquistare. Quello compiuto dal professore, che sceglie l’anonimato perché il bene, si sa, si fa il silenzio, è un atto che denota la grande sensibilità di un docente che non si limita a manifestare la propria professionalità all’interno delle classi in un contesto socio-inclusivo, ma si è mostrato sensibile e generoso contribuendo con un gesto unitario e umanitario a rispondere alle urgenze della scuola. Un esempio di aiuto concreto nel territorio e di vicinanza in tempo di distanziamento sociale che oggi giunge come lezione esemplare per noi tutti! ».
Alessandra Brafa