Mancanza di acqua al condominio di Corso Savoia, Di Stefano: “Problema privato, non pubblico”
“Il cittadino sa, o dovrebbe sapere, che esistono condotte pubbliche e condotte private e prima di lamentarsi con il pubblico dovrebbe accertare se la condotta privata è sana, ostruita o rotta“.
Non si è fatta attendere la risposta dell’Assessore ai Lavori Pubblici, Carmelo Di Stefano, alla segnalazione pubblica esternata ieri da un cittadino, Pietro Santacroce, che lamentava il disservizio del mancato arrivo dell’acqua nel proprio condominio. Un immobile situato sul Corso Savoia, nel quale insistono attività commerciali e ben 10 nuclei familiari che periodicamente rimangono senza acqua e si vedono costretti a far intervenire ditte private per rifornirsi del prezioso liquido.
Stamattina l”assessore Di Stefano, assieme al personale dell’ufficio tecnico comunale, ha effettuato un sopralluogo nella zona di Corso Savoia per accertare le responsabilità dell’Ente Comune in una zona “che non dovrebbe avere questi disagi in quanto, per una questione orografica, gode da sempre di una un’alta pressione di acqua“.
“In verità -afferma Di Stefano-, il problema non è nella condotta pubblica bensì nella condotta privata che pare, da una prima indagine, sia ostruita dal cloro o da detriti che nel tempo si sono creati all’interno: una conduttura molto probabilmente non idonea a rifornire un condominio con 10 utenze. Quindi, in questo caso il Comune non ha colpe e non possiamo gravare sulle casse comunali per intervenire con fondi pubblici per sistemare un problema privato“.
Secondo un regolamento del 1956 che disciplina gli allacci privati, infatti, il cittadino deve allacciarsi alla rete idrica comunale più vicina. Nel caso in questione la conduttura privata si collega alla rete idrica pubblica dopo aver attraversato un terreno anch’esso privato.
“Abbiamo verificato che nella rete pubblica l’acqua non manca -conclude Di Stefano-. Affrontiamo numerosi casi in cui il Comune è in deficit e deve intervenire, ma in questo caso ci sembra ingiusto indirizzare la lamentela nei confronti del Comune“.
“Portare la rete idrica anche nelle periferie del paese. Dal 1956 al 2020 il Comune di Rosolini si è ingrandito, e le periferie, stanno pagando oggi il prezzo del mancato aumento delle condutture per le nuove abitazioni”. A parlare il cittadino, Pietro Santacroce, che ha portato alla ribalta la questione. “Non si può fare niente per cambiare la legge del 1956?“.
“Perchè cambiare una regolamento che funziona benissimo? -risponde Di Stefano-. Per ampliare la rete idrica, che dovrebbe essere riqualificata in toto, sarebbe prima necessario che tutti i cittadini, e non il 50%, paghino per i servizi resi dall’Ente Comune“.