“Grazie per come avete assistito nostra madre”, la lettera della famiglia Misseri-Cavarra ai reparti di malattie infettive e rianimazione del “Maggiore” di Modica
Pubblichiamo una lettera aperta ricevuta poco fa dalla famiglia Misseri- Cavarra, la cui madre, Rosalia Cavarra, di 88 anni, è deceduta ieri a causa del Covid all’Ospedale “Maggiore” di Modica. Un contagio quasi surreale, quello della signora Cavarra, che l’ha portata a morire per Coronavirus pur restando sempre all’interno delle mura di casa. E oggi, dopo il suo decesso, ancora nessun esito ufficiale sui tamponi alla badante e alle altre due persone entrate in contatto con lei. Al momento, i tamponi sono ancora “forse negativi” – così come ha riferito la stessa Asp alla famiglia che dopo la morte della madre è ancora in attesa di indagine epidemiologica.
La famiglia ha ricevuto invece un trattamento diverso, sintomo di ottima sanità, presso l’Asp 7, dove la signora è stata ricoverata per più di 15 giorni. E i familiari oggi espongono i loro pubblici ringraziamenti all’Ospedale Maggiore di Modica.
Il testo:
“Con la presente Sentiamo il bisogno di rivolgere un pensiero a tutti i sanitari e parasanitari impegnati in prima linea, come cittadini, per senso civico, e non ultimo come famiglia. Vorremmo rivolgere un pensiero ai parasanitari, i capo sala, gli infermieri e a quanti collaborano nella vita quotidiana di un reparto con la loro grande opera silenziosa, che spesso viene dimenticata o non ricordata perché si da per scontata.
Che farebbe un grande direttore di un’unità Operativa se non avesse un valido personale, dedito alla cura dei pazienti, attraverso le tecniche infermieristiche e tanto altro? Non è facile fare un lavoro di squadra, ma bisogna impegnarsi a partire da chi dirige perché questo accada e diventi duraturo.
Dovere a parte, sentiamo il bisogno di ringraziare tutti, ciascuno per il proprio ruolo. Ci siamo sentiti garantiti e tutelati per come è stata assistita la mamma, per come sono stati vicini alla nostra famiglia, per averci accolti sempre con grande sensibilità tutte le volte che chiamavamo per chiedere i bollettini medici, anche se purtroppo a mezzo telefono dato il particolare e delicato periodo che stiamo vivendo.
La mamma purtroppo non ce l’ha fatta, troppe patologie pregresse, ci resta solo l’amaro in bocca perché non sapremo quasi sicuramente chi le ha portato il virus a casa, quando noi figli l’abbiamo preservata privandoci per più di un mese di incontrarla. Sarà veramente difficile riuscire a ricostruire l’indagine epidemiologica.
Con l’auspicio che la nostra Asp 7 possa sempre fare di più e meglio, nel salutare cordialmente auguriamo un buon lavoro”.
Famiglia Cavarra-Misseri
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