Il caffè all’Archimede lo offre Luigi Sortino: la dirigente Cirmena ringrazia
Ispirare i giovani a dare il meglio di sé, donare perché “ciò che si condivide con la comunità moltiplica il suo valore”. Sono questi i principi che hanno ispirato Luigi e Salvatore Sortino, fondatori dell’omonimo marchio di caffè, a donare all’Istituto d’Istruzione Superiore “Archimede” una macchina da caffè, macinino e forniture mensili per l’intera durata dell’anno scolastico dei pregiati chicchi, da destinare alle diverse attività didattiche degli aspiranti professionisti nel settore della ristorazione.
Ieri mattina, lunedì 18 novembre, i dottori Sortino, che assieme hanno costruito una rete imprenditoriale che conta più di 5000 persone, tra concessionarie e collaboratori diretti e indiretti che distribuiscono i prodotti inventati e brevettati in tutto il mondo, sono stati invitati a conoscere la struttura di Via Rossini, accolti dal docente referente enogastronomico, prof. Giovanni Tona; dal responsabile del plesso IPCT, prof. Franco Piazzese; dai docenti ITP e dalla dirigente scolastica Maria Teresa Cirmena.
Gli imprenditori rosolinesi, durante l’incontro a scuola, hanno raccontato la loro storia d’impresa che è anche di famiglia: è l’ingresso del figlio Salvatore in azienda a segnare la svolta. Così il nuovo millennio per i Sortino si apre con il lancio del robot da cucina ThermoChef, con la distribuzione del caffè Luigi Sortino ma soprattutto con un brevetto, la stuoia BioFARMANTALIGICPlus, tessuti in nano tecnologie, con cui, per ben due volte, l’azienda viene insignita del premio “Sicilian Excellence in the word”, aprendo un canale anche con la Cina.
“Ognuno di noi deve credere in ciò che fa e avere un atteggiamento positivo – ha spiegato Luigi Sortino, carismatico trascinatore e grande formatore, che dagli anni ‘70 a oggi, è riuscito a costruire un vero e proprio impero -. Io sono orgoglioso perché condivido il mio lavoro con tantissimi collaboratori in tutta Italia: il caffè per noi è solo la ciliegina sulla torta, l’importante è la torta. Il caffè è un piccolo prestigio, la bevanda che firma i momenti più importanti. Distribuiamo i nostri prodotti in America, abbiamo penetrato il mercato svizzero, greco e anche percorso la Via della Seta con imprenditori cinesi che ci hanno raggiunto fino a Rosolini. Il nostro brevetto è unico al mondo: quando ho iniziato a lavorare, non avevo compiuto grandi studi ma i notevoli traguardi scientifici hanno valso a me e a mio figlio una laurea honoris causae e lui è diventato anche accademico europeo. Offrire all’Archimede i nostri prodotti ed essere, di conseguenza, un esempio per i ragazzi è per noi motivo di orgoglio”.
Un sodalizio importante, dunque, quello tra la storica istituzione scolastica e una realtà imprenditoriale che, partendo dal sud est dell’isola, è andata alla conquista del mondo, mantenendo gli uffici centrali proprio nel paese natìo.
“Con amore, dedizione e impegno si possono ottenere risultati eccezionali. Mio padre – ha commentato il dott. Salvatore Sortino– mi ha insegnato che bisogna sempre condividere con gli altri. Il caffè è forse l’attività minore tra quelle che gestiamo, ma è quella per cui ci conoscono maggiormente nel territorio. La scuola è un luogo importante: qui si formano competenze ma si tirano fuori anche passioni e si svelano opportunità, si danno esempi reali con le azioni concrete”.
I messaggi motivazionali rivolti alla comunità scolastica tutta hanno colpito, in primis, la dirigente scolastica Maria Teresa Cirmena che, al momento dei saluti, ha rivolto un accorato invito agli imprenditori a tornare presto a scuola per incontrare gli studenti e raccontare il “case study” che saprà di certo ispirare tanti di loro.
“La realtà imprenditoriale del dott. Luigi Sortino è un modello virtuoso, un esempio che stimola a fare ma soprattutto a fare nel nostro territorio. L’opportunità sta dentro ognuno di noi ed è compito anche della scuola aiutare i nostri ragazzi a scoprire le passioni e alimentarle, come è successo alla famiglia Sortino che oggi, come azienda, vanta successi internazionali. A loro siamo grati per la sensibilità dimostrata nei confronti della nostra istituzione attraverso la donazione di caffè e macchinari, ma anche e soprattutto per aver dato un esempio concreto di cosa significhi essere comunità. Una lezione da cui abbiamo tratto di certo un prezioso e significativo insegnamento”.