“La caccia non si tocca”. Cacciatori in protesta a Palazzo dei Normanni
Mentre il Tar sospende la caccia, gli ambientalisti esultano e i cacciatori protestano. Lo avevano promesso e così è stato. I cacciatori, dopo la chiusura della caccia al coniglio per l’intera stagione venatoria, giorno 2 ottobre hanno raggiunto Palermo per protestare ,con cartelli in mano, davanti al Palazzo dei Normanni. Quasi due mila le presenze alla già anticipata protesta di massa promossa dal Gruppo Passione Coniglio, con i suoi amministratori Corrado Villari e Paola Carbè che non ci stanno alla sospensione della caccia stabilita con un’articolata ordinanza del Tar di Palermo che ha accolto il ricorso presentato da Legambiente Sicilia, LIPU e WWF contro il calendario venatorio 2018/2019 emanato ad agosto dall’Assessore all’agricoltura Edy Bandiera perché in contrasto con il parere dell’ISPRA. “La chiusura della caccia rappresenta un danno economico ingente” -hanno ribadito i cacciatori -“non solo per noi ma anche per le industrie dell’alimentazione animale, delle armi e della cartucce, dell’abbigliamento selezionato e degli accessori”.
Ad accogliere le proteste dei cacciatori “disarmati” dal Tar di Palermo, l’Assessore Edy Bandiera che ha promesso di mettersi subito al lavoro per la riapertura della caccia. Al grido di “La caccia non si tocca” e colpi di fischietto, i manifestanti hanno esposto striscioni come “La caccia è una passione“, e “Siamo cacciatori, non bracconieri“. Intanto si affidano alla promessa dell’Assessore ma dichiarano: -“Continueremo a manifestare fin quando l’Assessore non revocherà questo divieto-”.