Contrada Zacco Micciò diventa Via Domenico Tirella, omaggio al “ritorno in patria”
Emigrare significa in genere non stare bene nella terra natia, nella quale non si vuole più tornare. Non è quello che è successo a Domenico Tirella e a tanti altri siciliani che oltre al sogno di approdare in America, hanno inseguito quello di ritornare in patria e investire nel proprio territorio. Proprio in onore del signor Tirella, giorno 7 giugno, è stata intitolata la vecchia Contrada Zacco Micciò, da lui stesso donata al Comune di Rosolini.
La figlia di Domenico, Vincenza Tirella,erede della proprietà, e il coniuge Carmelo Linguanti, la misero a disposizione dei cittadini rosolinesi desiderando che venisse intitolata al padre. Un desiderio legittimo che onora inoltre tutti gli emigrati che hanno avuto la forza e il desiderio irrefrenabile di tornare in patria.
La piacevole cerimonia è stata soprintesa dall’Assessore Dino Gennaro affiancato dalla famiglia del signor Tirella e da tutti i residenti che hanno festeggiato l’intitolazione in un clima di gioia e di festa. La signora Tirella, padrona di casa, a 83 anni ha provato l’emozione di vedere il nome del padre rappresentare la via in cui lei stessa abita.
La storia di Domenico è semplicemente la storia di un ritorno in patria: “Questo periodo storico – ha affermato l’assessore Gennaro- soffre di un’emigrazione senza ritorno. Sempre più giovani si stabiliscono fuori e non tornano più a casa. Quest’intitolazione è un messaggio forte e chiaro in ricordo di chi è emigrato ma è tornato e ha investito in patria”.
Nato nel 1887, infatti Domenico fu costretto ad emigrare a New York in cerca di fortuna e dopo essersi nascosto clandestinamente nella stiva di una nave arriva in America. La sua famiglia, tra Rosolini e Modica, lavorava da generazioni ricavando argilla dalle cave per la produzione delle tegole. In America invece Domenico lavorò nelle ferrovie insieme allo zio che però, travolto da un treno, perse tragicamente la vita. Rimasto solo continuò a inseguire il suo sogno con lo spirito combattivo che lo caratterizzava. Divenuto cittadino americano tornò a Rosolini per sposare Giovanna Cappello dalla quale non si separerà fino alla morte. Noto per il suo altruismo, tornò in America e diventò un punto di riferimento per familiari e connazionali. Dopo aver aperto però un’attività in proprio attirò purtroppo l’attenzione della criminalità organizzata e in seguito a continue vessazioni tornò a Rosolini e acquistò i lotti dell’attuale Contrada Zacco Micciò, la cui via, adesso, porta il suo nome.
Il nome di Tirella ad una via di Rosolini è un omaggio al sacrificio e una lode al “senso di appartenenza” ad una terra meravigliosa; perché la Sicilia, che vogliamo o no, richiama sempre a sé i suoi figli.