“10.000 euro per 424 voti”. E dopo il comizio: “…ha n’escere i soldi…”

“10.000 euro per 424 voti”. E dopo il comizio: “…ha n’escere i soldi…”

Si è tenuta questa mattina la conferenza stampa presso il Tribunale di Catania, alla presenza del procuratore Capo Carmelo Zuccaro, per illustrare i dettagli dell’operazione che ha portato all’esecuzione ad una misura di custodia cautelare emessa dall’A.G. di Catania su richiesta di quella DDA, nei confronti di Giuseppe Gennuso (al regime degli arresti domiciliari), deputato all’ARS, e delle due persone residenti ad Avola (SR), entrambe affiliate al locale clan mafioso, (uno al regime degli arresti domiciliari, il secondo in carcere), tutti responsabili di scambio elettorale politico mafioso in concorso, reato commesso in occasione delle ultime elezioni regionali siciliane.

Un’indagine che è stata svolta anche tramite intercettazioni ambientali dalle quale è emerso il quadro di compravendita del voto. La cifra sborsata per ottenere gli oltre 400 voti ad Avola sarebbe di 10.000 euro.

“Il Clan ha influito moltissimo sull’espressione di voto, basti pensare che un candidato di Rosolini, e non di Avola, ha totalizzato 424 voti, arrivando 2° mentre il terzo, un avolese, ne ha preso solo 65”.

  • L’indagine ha “sfruttato” anche articoli di Paolo Borrometi “tramite il quale Gennuso si è reso conto dell’importanza di Rubino come intermediario con il clan Crapula. E successivamente lo ha contattato. Ma non è possibile dire che l’inchiesta nasce dall’articolo di Borromenti, bensì da altre attività”.

E altra intercettazione alla fine del comizio di ringraziamento del 19 novembre 2017. Rubino si sarebbe rivolto a Gennuso: “…ha n’escere i soldi…”

 

Gli arresti

Nella serata di ieri 16 aprile, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Catania, i Carabinieri del Comando Provinciale di Siracusa, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Catania, nei confronti del Deputato Regionale GENNUSO Giuseppe, di anni 64, RUBINO Massimo, di anni 48 e GIAMBLANCO Francesco, di anni 31, ritenuti responsabili, in concorso tra loro, del reato di scambio elettorale politico–mafioso.

L’indagine, condotta dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri dall’ottobre al dicembre 2017, ha evidenziato che in occasione delle elezioni del Presidente e dei deputati dell’Assemblea Regionale Siciliana tenutesi il 5 novembre 2017, il GIAMBLANCO, esponente del Clan Crapula attivo nel territorio di Avola e genero del capo clan CRAPULA Michele, prometteva di procurare voti in cambio dell’erogazione di denaro e di altre utilità; il GENNUSO accettava la promessa mentre il RUBINO si poneva quale intermediario tra le parti ed esecutore dell’accordo. Al termine della contesa elettorale il deputato GENNUSO otteneva la rielezione per un nuovo mandato.

Dopo la notifica dell’ordinanza di custodia cautelare, GIAMBLANCO Francesco veniva condotto presso il carcere di Bicocca-Catania, mentre GENNUSO Giuseppe e RUBINO Massimo presso la propria abitazione in regime di arresti domiciliari.

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